La Biblioteca privata, appartenuta a Francesco Salata venne acquistata da Fulvio Bracco dalla figlia Maria il 17 luglio 1964. Francesco Salata, irredentista, si batté per un profondo rinnovamento che, partendo dalla concessione di larghe autonomie alle nuove province, coinvolse il compresso degli enti locali nella Penisola. Fin dalle ricerche sulla figura di Oberdan condotte negli anni Venti, che inaugurarono la sua carriera da studioso, Salata si era dimostrato un convinto sostenitore della teoria che le fonti dovessero parlare «il loro linguaggio immediato», che ogni parola avesse «il suo appoggio documentario». Essa comprende circa 4.000 tra monografie, periodici e opuscoli in diverse lingue (principalmente italiano, francese e tedesco) editi in particolare tra la metà del 1800 e la metà del 1900 con la presenza di volumi antichi. I volumi sono inerenti ai suoi indirizzi di studio: storia del Risorgimento italiano, storia dell’Istria e della Dalmazia e dell’irredentismo italiano.